curiosità stroriche padovane  1°

GIOVANNI BOCCACCIO DUE VOLTE A PADOVA

I due grandi italiani del quattordicesimo secolo, Petrarca e Boccaccio, furono molto amici, sebbene i loro caratteri, come artisti e come uomini, siano stati ben diversi. Il Boccaccio era di appena nove anni più giovane del Petrarca (nato il primo nel 1313, il secondo nel 1304). Morirono poi l'un dopo l'altro a distanza d'un solo anno (Petrarca 1374; Boccaccio 1375).

Nel 1347, quando a Roma Cola di Rienzo sembrava voler restaurare l'antica repubblica romana (la sede papale era allora ad Avignone in Provenza), il Petrarca salutò con entusiasmo, in versi e in prosa, il tribuno. Anzi partì addirittura da Avignone, dove si trovava presso la Corte papale, per recarsi a Roma. Durante il viaggio però ebbe cattive notizie intorno agli avvenimenti romani.

Si recò allora a Parma, dove gli giunse la notizia della morte di Laura avvenuta ad Avignone il 6 Aprile 1348. Gli morirono anche due cari amici, sicché tentò di cercar sollievo al suo dolore col viaggiare. Fu a Ferrara, poi a Padova, ospite, naturalmente, dei Carraresi, dando così inizio a quella lunga amicizia che durò fino alla sua morte. Indi riprese il viaggio per Roma, durante il quale, a Firenze, fu ospite del Boccaccio.

Nel 1351 lo troviamo ancora a Padova, dove lo venne a visitare, per incarico del Comune di Firenze, ii Boccaccio. Doveva comunicare che i Fiorentini gli restituivano i beni che un tempo erano stati confiscati a suo padre quando era andato in esilio e che lo invitavano a dirigere lo Studio (Università) di Firenze allora fondato.

Il Petrarca non accettò e più tardi i beni gli furono di nuovo confiscati. Questa fu la prima volta che il Boccaccio venne a Padova, con un incarico, come si vede, importante ed onorifico. I due amici stettero insieme parecchi giorni nella nostra città, dilettandosi in amabili e dotti discorsi, poiché avevano in comune un vivo entusiasmo per gli studi classici.

Il Boccaccio non ebbe mai molta fortuna, fors'anche per il carattere licenzioso e smaliziato (anche nei riguardi della religione e dei preti, frati e monache) del suo famoso libro di novelle, il Decamerone.

Dopo molti anni lo vediamo partire dalla corte di Napoli e recarsi a Venezia (1363), ospite dell'amico Petrarca. Nel 1364 si trovava a Certaldo. Benchè chiamato il Certaldese, quella non era la :Sua patria, ma il paese d'origine della sua famiglia. Egli era nato a Parigi, figlio naturale del mercante fiorentino Boccaccio di Chellino e d'una giovane nobildonna francese di nome Giovanna o Giannina.

A Certaldo gli giunse la proposta all 'ufficio di segretario apostolico, fattagli per interessamento del buon amico Petrarca, ma egli non l'accettò. Nel 1367 fu a Venezia, dove ebbe lieta accoglienza dalla figlia (naturale) del Petrarca e dal marito di lei.

 L'anno seguente lo troviamo per la seconda volta a Padova, ospite del Petrarca, che ormai vi aveva posto stabile dimora, (salvo un viaggio a Ferrara, uno a Bologna, uno a Venezia, per ragioni di rappresentanza o politiche).

Quasi certamente a Padova rivide la figlia del Petrarca, Francesca, col marito Francescuolo da Brassano, che già ricordammo qui sopra. Stupendi dovettero essere i colloqui dei .due sommi uomini, ormai sul declinare dell'età, carichi di gloria, di esperienza e soprattutto di cultura larghissima.

Forse i desideri di fama e di amori, che li avevano animati e tormentati tanto, erano quasi spenti. Viva rimaneva però in entrambi quella. passione per lo studio che avevano avuto fin dalla prima giovinezza. Riconoscevano nella cultura, senza dubbio, l'unico intangibile possesso d'un uomo d'ingegno, quello che si
conquista col proprio lavoro e sacrificio, che non può essere dato né tolto da alcuno, all'infuori della morte.

 

PDF
 
TORNA TORNA
Ignazio Sommer (Merzio)